venerdì 17 maggio 2024

PENSIERI DI FINE STAGIONE

Il quarto anno di vita della UEB Gesteco Cividale si è concluso come i precedenti tre, sempre con grandi emozioni per "cuori forti", proprio come recitava lo slogan scelto quest'anno dalle Eagles per decorare le magliette celebrative vendute e/o distribuite ai tifosi che hanno gremito via Perusini durante il play-off contro Cantù.

I festeggiamenti organizzati dalla società si sono articolati su di un programma di eventi a vari livelli e luoghi, ma quello aperto urbi et orbi per salutare come si deve la stagione che se ne va in archivio e i giocatori e lo staff prima delle meritate vacanze, quest'anno non avrà la "piazza" di Cividale come teatro ma bensì il palcoscenico glamour del Tenda di Lignano, definita dal Presidente Micalich come la seconda casa del team ducale.

Che sia stata dal punto di vista emotivo un'annata per cuori forti nessuno può dubitarne: partenza ancora sotto l'effetto della sbornia allucinogena del fantastico debutto in A2 e della epica serie di play-off con Udine, avvio in cui le coraggiose scelte estive di rinnovo di metà roster e rinuncia al secondo "stranger" presto non si rivelano all'altezza delle aspettative, successivo periodo nero che tocca il punto più basso alla vigilia di Natale quando l'APU Udine maramaldeggia in via Perusini infliggendo un pesantissimo 59-92 - peggior passivo della storia gialloblù - dopo che anche Verona, Nardò,  Fortitudo, Orzinuovi e Piacenza avevano già sbancato quello che un tempo era l'inespugnabile fortino cividalese.

Il pubblico continuava ad incitare, ad essere vicino a squadra, staff e dirigenza ma lo stesso coach Pillastrini, in conferenza stampa solitaria dopo l'ennesimo capitombolo dichiarava, assumendosi tutte le responsabilità: "dobbiamo guardarci le spalle per evitare l'ultimo posto e conquistare i play-out".

In quel momento in cui gran parte degli osservatori "neutrali" davano oggettivamente in serio pericolo il mantenimento della categoria per le Aquile è emersa la forza della dirigenza che, sempre a detta del coach - non si è messa alla caccia dei colpevoli ma alla ricerca delle soluzioni - ed ha individuato in Doron Lamb e Luca Campani gli innesti giusti per dare in mano al "Farmacista" Stefano Pillastrini i principi attivi per confezionare il farmaco in grado di curare il gruppo e ridargli "l'antico" vigore.

La compostezza, il rifiuto di qualsiasi isterismo e il senso della misura di tutto l'ambiente che frequenta i seggiolini di Via Perusini hanno fatto poi il resto, lasciando lavorare in tranquillità il gruppo senza fargli nel contempo mai mancare il proprio incitamento.

Così la l'Aquila incenerita è divenuta più simile alla mitologica Araba Fenice, ricomponendosi dalle ceneri ed ha messo in scena una rimonta con i contorni prima della scalata dello Stelvio e poi di un'entusiasmante volata alla "Jonathan Milan", mettendo insieme dal 6 gennaio 2024 tra fine della regular season  e la conclusione della fase ad orologio, uno score di ben 13 vittorie e due sole sconfitte.

Conquistata così la salvezza dalla porta principale con la conquista addirittura del settimo posto, il gruppo poi con la testa è rimasto ben focalizzato sul parquet ed ha regalato ai suoi tifosi due memorabili incontri in via Perusini contro la corazzata Cantù nel quarto di finale del play-off, battuta a gara 3 e poi costretta a stare con il cuore sospeso fino all'ultimo secondo di gara 4 seguendo il tiro da tre di Lucio Redivo impattare ancora una volta sul ferro, negando ai gialloblù e al loro "popolo" l'adrenalina di gara 5.

Una stagione che nel suo svolgimento insomma ricalca proprio tutti i canoni del film hollywoodiano, con un gran secondo tempo ed il lieto fine che fa uscire lo spettatore soddisfatto dalla sala, portandosi a casa le ultime belle immagini e dimenticarsi della delusione di un primo tempo non all'altezza delle aspettative.

Finita la festa e il meritato riposo, seguito con interesse il finale dei play-off che decreterà le due promozioni - possibile una finalissima Trieste-Udine -  e quello dei play-out che manderà in serie B quattro squadre - segnato il destino di Latina ed Agrigento, praticamente anche quello della Luiss Roma resta da capire se Chiusi riuscirà ad acciuffare per i capelli la salvezza a spese di Nardò, con Cento beatamente già in salvo, per la dirigenza ducale sarà già ora di rimboccarsi le maniche e programmare la stagione 2024/25.

Quella della serie A2 a 20 squadre ad unico girone che vedrà ai nastri di partenza anche piazze storiche come Pesaro e Brindisi appena retrocesse dal piano di sopra e salutare le due che saliranno dalla B, senza più la necessità di interpretare e fare i calcoli di contorte fasi ad orologio.

Salvo sorprese al momento delle iscrizioni con cancellazioni e ripescaggi, quando invece dei risultati sportivi contano solo gli aspetti contabili e fiscali.

L'asticella si alza ancora per la UEB in tutti i sensi, ma sulla scorta di quanto visto e vissuto, l'ambiente gialloblù può andare per qualche mese tranquillamente "in vacanza" da via Perusini, in attesa di riabbracciare vecchi e nuovi beniamini per un'altra, possiamo scommetterci, stagione per "cuori forti".

E il cronista? Anche per lui è arrivato il tempo di chiudere il pc, fare un "bilancio" e pensare al prossimo anno, magari da trascorrere sulle gradinate, lasciando la sedia ai professionisti.
E grazie di cuore, naturalmente, a tutti i lettori che fino a qui hanno dedicato a queste pagine digitali il loro tempo e loro attenzione.
 

lunedì 13 maggio 2024

LA LEZIONE DI JONATHAN: ICH BIN NICHT EIN BERLINER



Correva la tarda primavera del 2017, Jonathan Milan era uno studente diciassettenne al secondo anno del corso di operatore grafico in un istituto accreditato per la formazione professionale ed io il suo formatore di area socio-storico economica. In quel periodo la direzione didattica della scuola mi aveva incaricato quale tutor accompagnatore di un gruppo di 7 studenti, scelti tra i più meritevoli, per 2 settimane di stage Erasmus plus da svolgersi in quel di Berlino nelle prime due settimane di settembre. Jonathan Milan era stato individuato dal consiglio di classe come uno dei partecipanti e la scelta venne comunicata a lui, ancora minorenne, e alla famiglia. Con mia somma sorpresa prima e disappunto poi, appresi che il « ragazzo » aveva declinato il « premio »; chiesi lumi alla coordinatrice del corso e lei mi rispose che Jonathan non voleva aderire perché in quelle due settimane doveva partecipare ad una a suo dire  « importante » gara ciclistica regionale, lo sport che aveva iniziato a praticare da qualche anno. Non mi capacitavo che lo studente volesse rinunciare alla possibilità di fare un’esperienza così bella e significativa a Berlino, peraltro completamente finanziata da UE e Regione, per una delle tante gare che il ragazzo faceva ogni anno per seguire quello che io ritenevo solo un « hobby » salutare. Volli parlare con Jonathan per spiegargli che stava facendo una « cazzata » (a mio dire), argomentando in tutti i modi possibili, gettando alla fine anche il disperato e patetico « non sai cosa ti perdi, se alla tua età avessi avuto la possibilità che hai tu oggi, sarei andato a Berlino anche se mi avessero fatto dormire sotto un ponte sulla Sprea ». Fu tutto inutile, Johnny restò inamovibile e a Berlino ci venne un altro suo compagno. 

A distanza di qualche anno, nell’estate 2021 quando Milan, diventato nel frattempo il « Toro di Buja » alle Olimpiadi di Tokio salì sul gradino più alto del podio per mettersi al collo la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre, oltre ad un sentimento di grande gioia compresi la grande lezione che quel giorno mi aveva dato quel ragazzone alto un metro e novanta nei corridoi della scuola, scegliendo il suo cuore e non la ragione di un adulto.

Davvero solo chi ha il coraggio di seguire le proprie passioni più intime ed è capace di sacrificare anche ciò che la ragione gli segnala come più conveniente nel breve periodo, può coltivare con profitto la speranza di coronare i suoi sogni più belli.

Oggi Jonathan Milan è un affermato campione a livello internazionale nel ciclismo professionistico, avendo già conquistato allori olimpici, mondiali e continentali nonché la maglia ciclamino della classifica a punti del Giro d’Italia 2023 e la sta ancora vestendo nelle prime tappe di quest’anno.

E davanti a sé molti anni di carriera e possibili nuovi successi.

Da diversi anni il sottoscritto invece si rammarica e rosica per aver lasciato nel 2018 la professione che amava, per seguire ragionevolmente le ragioni della ragione.

Grazie Johnny per la lezione che mi hai dato e che, ahimè, da scolaro pigro e recidivo, ho appreso troppo tardi per farne buon uso.


VA IN ARCHIVIO LA GESTECO 2023/24: IL PAGELLONE

 

Per il secondo anno consecutivo il campionato di A2 per la Gesteco Cividale si è concluso al primo turno dei play-off con lo sfavore degli Dei del Basket, che non  hanno premiato una tripla di Lucio Redivo sul filo dell'ultima sirena e permesso ai gialloblù di allungare ancora la loro stagione, proprio nel momento in cui i ragazzi di Stefano Pillastrini stavano dando il 110% del loro potenziale.

Nonostante lo sfortunato epilogo, anche quest'anno nessuna recriminazione sulle rive del Natisone, ma solo applausi per i protagonisti di un'altra annata da ricordare per le Aquile del Presidente Micalich, capaci di centrare l'obiettivo di partenza - conservare il posto nella seconda categoria nazionale - al termine di una strepitosa rimonta nella fase ad orologio con 10 successi su 10 gare e poi di prendersi il lusso di battagliare fino all'ultimo respiro contro un avversario del blasone, delle ambizioni e della caratura tecnica e fisica come la Pallacanestro Cantù.

Stagione sicuramente diversa rispetto a quella dell'esordio in A2 e conclusa anch'essa all'ultimo secondo del primo turno - gara 5 -  dei play-off contro un'altra favorita alla promozione come l'APU Udine, in cui però la Gesteco aveva sorpreso tutti in avvio e con regolarità di risultati aveva centrato la salvezza con largo anticipo, anche grazie ad una formula più benevola ed una composizione dei gironi più equilibrata rispetto all'annata appena andata in archivio.  

Quest'anno invece il cammino è stato double-face, con le Eagles in grande difficoltà di gioco e risultati fino al derby pre-natalizio con Udine in cui la squadra di Vertemati "saccheggiò" via Perusini infliggendo il peggior parziale della storia ai ducali (59-92), peraltro già fiaccati nel morale da un ruolino di sole 4 vittorie su 16 gare disputate fino ad allora.

L'arrivo di Doron Lamb e Luca Campani, in sostituzione di Vincent Cole e Giacomo Furin, come strenna natalizia ha consentito a coach Pillastrini di ricalibrare il sistema di gioco e ai "suoi" ragazzi di riprendere vigore e fiducia, iniziando l'anno nuovo battendo la capolista Forlì a Cividale e poi ingranando dei rapporti di marcia che l'hanno fatta risalire fino a centrare con una giornata d'anticipo salvezza e griglia play-off con il settimo posto nella classifica finale del girone rosso, con uno score di ben 12 vittorie e 2 sole sconfitte. 

 Premio dolce-amaro il play off contro Cantù, dove la Gesteco ha fatto "sputare", per ammissione dello stesso coach canturino Cagnardi, "lacrime e sangue" sul terreno di Cividale prima di concedere il pass a gara 4 ai favoriti avversari, facendo svanire un possibile nuovo e affascinate incrocio con Udine nella semifinale.

Prima di mandare in archivio definitivamente la stagione della riconferma, tradizionalmente sempre più ostica e complessa rispetto a quello del debutto e prima di iniziare il meritato riposo che farà da preludio al lavoro della dirigenza ducale per "partorire" il roster che dovrà consolidare verso l'alto il volo delle Aquile nella prossima seria A2 2024/25 a girone unico con 20 contendenti, concludiamo con un "pagellone" per tutti i protagonisti dell'annata 2023/2024. 

In ordine di numerazione.

LEONARDO MARANGON 7,5

Arrivato da Padova a Cividale in estate con le credenziali di enfant prodige dopo essersi fatto notare nel campionato di B con l'oscar di miglior under 18 del torneo, il classe 2005 a fine stagione viene premiato come miglior under 21 del campionato di A2. 

Bravo il coach a gestirlo con oculatezza e sapienza, concedendogli con parsimonia i minuti sul parquet nel primo periodo della stagione, evitando così il rischio di mettergli troppe pressioni addosso e di bruciarlo in un momento in cui tutto il roster girava con grande difficoltà.

La crescita è stata costante, con un finale di stagione dove è partito stabilmente nello starting five dando un contributo significativo nel vittorioso rush della fase ad orologio, mentre nel play-off non sfigura affatto di fronte agli esperti e scafati colossi canturini.

Fisicità, doti atletiche e coraggio abbondano, da migliorare la precisione al tiro, la capacità di stare nel sistema, la concentrazione e la scelta delle soluzioni offensive, talvolta ancora troppo precipitose.

Il tempo lavora sicuramente per lui e sarà atteso per un ulteriore importante salto di qualità.

DORON LAMB 7

L'arrivo a Cividale della guardia di Brooklin è uno dei fattori chiave per spiegare la "resurrezione" dalle ceneri della fenice ducale: con l'esperienza e l'indiscusso talento dell'americano il coach ha potuto cambiare pelle alla squadra, facendo alternare Redivo e Rota nella conduzione della manovra e soprattutto creando alternative efficaci nel gioco d'attacco, fino ad allora troppo concentrato sulle spalle dell'argentino.

Giunto in via Perusini lontano da una condizione all'altezza delle necessità, Doron si sottopone di buon grado alle attenzioni e ai programmi del coach e dello staff tecnico, recuperando via via la forma migliore:fino ai play-off con Doron in campo, le Aquile hanno perso solo un match, di un punto, contro Cento.

La valutazione finale è un punto in meno, perché macchiata dal comportamento in gara 2 sul parquet di Desio, dove Lamb non è capace di contenersi e cade nelle provocazioni, circostanza che costerà 2 giornate di squalifica non emendabili vista la recidiva e che priverà la squadra del suo importante apporto in gara 3 e 4, al cospetto di un avversario che fa della fisicità e della panchina lunga i suoi punti di forza.

LUCIO REDIVO 10

Non a caso il "gaucho" di Bahia Blanca già a metà stagione si era guadagnato l'elezione "honoris causa" o, seguendo il diritto canonico,  per "adorazione"  a Sindaco di Cividale: professionista esemplare in campo e fuori, ha dedicato ogni energia e il suo talento alla causa, confrontandosi con un crescendo di marcature molto più simili al calcistico Gentile-Maradona di antica memoria, spesso raddoppiate con l'intervento di vari "Benetti" di turno.

Nella prima parte del torneo regge praticamente da solo il peso dell'attacco ducale, prima di poter beneficiare del cambio di modulo che lo vede in cabina di regia e ugualmente liberare i suoi tiri da 8 metri, oltre alle incursioni al ferro e ad una "valanga" di assistenze fornite ai compagni.

Oltre alle decine di falli subiti che lo hanno portato, glaciale, in lunetta con percentuali del 90%.

Finisce la stagione francobollato dai difensori canturini e stremato, considerati anche gli impegni con la sua nazionale, circostanza che lo tiene in campo ininterrottamente dalla scorsa estate.

La lode resta sul "registro", perché ancora una volta non gli riesce il miracolo di centrare il tiro della vittoria sulla sirena della gara decisiva dei play-off.

Dettagli.

Cividale godrà ancora del suo talento e della sua professionalità per altri due anni, in cui possiamo essere sicuri che sarà il perno su cui s'innesteranno le nuove ambizioni di crescita del club ducale. 

GABRIELE MIANI 7,5

Il lungo di Codroipo è diventato certamente uno dei prospetti più interessanti della categoria e non ci sarà da stupirsi se i dirigenti ducali dovessero confrontarsi da qui a breve con offerte "irrinunciabili" in arrivo anche da club di categoria superiore.

Giocatore eclettico, con molte frecce nell'arco: efficace a rimbalzo, buon tiro dall'arco e con movimenti letali sotto il canestro avversario, ha nella gestione dei falli e nella discontinuità e qualche pausa di troppo i suoi punti critici su cui lavorare: se il lavoro fosse già finito, Gabriele vestirebbe l'azzurro.

Assieme a capitan Rota è uno dei "veterani" della Gesteco e la valutazione risente almeno mezzo punto in meno per l'avvio troppo discontinuo ed inferiore alle attese nella prima parte della stagione.

MARTINO MASTELLARI 6,5

Atteso a Cividale come "mitragliatrice" da affiancare a Redivo per colpire le difese avversarie, Martino patisce subito infortuni muscolari che ne rendono oltre modo complicato subito l'inserimento in un complesso che invece necessita come l'aria delle sue possibili giocate durante un avvio tutto in salita al cospetto di avversari già molto più competitivi, agguerriti e meglio rodati.

Solo nella fase ad orologio riesce a dimostrare le sue qualità, risultando determinate in diverse gare quando, entrando dalla panchina, mette a segno strisce dall'arco uscendo dai blocchi che portano in quota i compagni.  

EUGENIO ROTA 7

L'andamento della stagione del capitano fotografa un po' quello di tutta la squadra: l'avvio è decisamente sottotono, con Eugenio che pur non lesinando le sue sue doti di combattente tutto cuore non riesce a far girare in cabina di regia con la necessaria lucidità il "motore" di Cividale che "batte in testa" in maniera preoccupante fino a Natale.

Il coach diminuisce il minutaggio, passando il testimone a Redivo, e impiega Rota nelle fasi delle gare dove le doti del capitano meglio si sposano con le esigenze del momento; Eugenio accetta di buon grado e trae beneficio, recuperando lucidità ed efficacia, ma limitando forse troppo le conclusioni e le incursioni a canestro. 

Mezzo punto in più per quanto ci ha fatto vedere nelle due gare casalinghe dei play-off, tornando ad essere il folletto a tratti imprendibile, capace di sorprendere le difese avversarie e colpirle dall'arco nei momenti clou e reattivo su tutte le palle vaganti.

Aquila della prima ora, incarna lo spirito gialloblù ed ha la maglia delle Eagles incisa come una seconda pelle. 

SAVERIO BARTOLI 5

Saverio è stato un arrivo estivo che non è mai riuscito ad entrare nel sistema, disputando gare anonime e patendo anche lui l'avvio tutto in salita della squadra.

A fine ottobre, in accordo con la società, si trasferisce a Verona per far posto, nel suo ruolo all'arrivo di Vincent Cole.

GIACOMO FURIN 5,5

Giunto a Cividale lo scorso anno da Monfalcone anno in sostituzione di Alexsa Nikolic, l''under  si era reso protagonista di un finale di stagione tutto grinta, coraggio e sostanza sotto i tabelloni dando un non trascurabile contributo al brillante esito del campionato gialloblù.

Atteso ad una conferma e ad una crescita ulteriore nel corso della nuova stagione, patisce probabilmente oltre misura il peso della responsabilità di dover battagliare con i lunghi avversari per le condizioni imperfette del nuovo arrivato Berti che ne limitano l'impiego, finendo per perdere fiducia ed uscire spesso con le "ossa rotta" nel confronto con il dirimpettaio di turno.

Dopo la pausa natalizia viene mandato in prestito a Crema, in serie B, per trovare il giusto spazio che gli permetta di riprendere la fiducia e le prospettive interessanti che aveva fatto intravedere all'esordio.

 LUCA CAMPANI 6,5

Arriva a Cividale assieme a Lamb nel periodo più buio per le Aquile, quando lo stesso coach Pillastrini dichiarava che era meglio guardarsi Chiusi alle spalle per evitare l'ultimo posto e conquistare la salvezza ai play-out, ed è in chiaro ritardo di condizione per poter essere subito "arruolabile" per dar man forte ai compagni.

Luca segue i programmi di potenziamento e darà un contributo assai più importante di quanto non dicano le statistiche: la sua esperienza risulterà fondamentale per dare a Berti quella maggiore sicurezza che gli consentirà di recitare quel ruolo importante nell'economia del gioco ducale per cui era stato individuato la scorsa estate.

Ogni volta che viene chiamato a dare il suo contributo sul parquet, Campani fa esattamente quello che gli viene chiesto, senza sbavature.

MATTEO BERTI 6,5

Giunto sulle rive del Natisone con grandi aspettative, per metà stagione la sua permanenza in via Perusini è oltremodo difficile: Matteo deve saltare tutta la preparazione pre-campionato per un guaio muscolare che ne condizionerà pesantemente l'inserimento utile, in una squadra che non riesce a trovare una fisionomia efficace a contrastare gli avversari.

Matteo ne viene inizialmente travolto, tanto da apparire spesso un corpo estraneo.

Il recupero della condizione fisica, le doti morali, l'aggiustamento del roster negli schemi e in alcuni uomini creano le premesse per un'autentica rinascita nella fase ad orologio, dove il lungo arrivato da Cento fa finalmente fruttare a servizio della squadra tutti i suoi 212 centimetri.

NICOLO' ISOTTA 6

Il giovane talento svizzero finisce con un minutaggio probabilmente inferiore alle attese, nella quale non ha mai dato l'impressione di riuscire ad entrare nei meccanismi della squadra, forse anche lui penalizzato dal complesso assemblaggio del roster, dalla falsa partenza e dalla mancanza di tempo per un più proficuo e graduale inserimento.

Nella seconda parte esegue con meno sbavature quanto gli viene richiesto, facendo intravedere interessanti doti nell'attaccare il ferro e nel tiro dall'arco.

 GIACOMO DELL'AGNELLO 8

Jack conferma e migliora quanto di buono aveva fatto vedere nello scorso campionato, risultando alla fine uno dei più costanti del roster nel garantire punti e rimbalzi senza cali di tensione o pause di sorta.

Oltre ad essere stato assieme a Redivo uno dei più efficaci nella fase "buia" della stagione, diventa una delle anime del gruppo e una vera spina nel fianco sia delle difese che dei lunghi avversari sotto il suo canestro, affinando ancora le qualità di abile "guastatore" capace di mandare in confusione dirimpettai più muscolari e titolati.

Una garanzia.

VINCENT COLE 6

Arriva a Cividale in una piovosa serata di fine ottobre, quando le condizioni atmosferiche coincidono con l'umore del gruppo; chiamato a risollevare morale e performance del team, il compito si dimostra subito troppo complicato per il venticinquenne americano che finisce spaesato e travolto nei mesi neri in cui le Aquile non riescono a risollevarsi dal volo a bassa quota in cui erano finite.  

Nonostante l'impegno che ci mette negli allenamenti e sul parquet non riesce ad integrarsi in un sistema di gioco in evoluzione, facendosi notare solo con giocate individuali.

Quando, inevitabile arriva il taglio, Vincent si comporta da autentico professionista "scaldando" il posto al nuovo arrivato quando questi è ancora ai box per squalifica e acciacchi, contribuendo in maniera importante al successo casalingo contro Forlì del 6 gennaio, vittoria che riaccende la miccia della fiducia in tutto l'ambiente.

Alza il livello degli allenamenti, contribuendo così alla crescita di tutto il gruppo fino a quando resta in Friuli, prima di raggiungere la sua nuova destinazione in febbraio, meritandosi la sufficienza nel complesso per quanto è riuscito a fare, date le condizioni in cui si era venuto a trovare.

STEFANO PILLASTRINI E STAFF 10 e LODE

Riconfermarsi ad alto livello per un gruppo che da outsider capace di sorprendere tutti è sempre impresa complicata, nella quale molti tecnici di fama hanno fallito in passato.

Lui, in accordo con la società, decide di scegliere la strada di un rinnovo importante del gruppo inserendo cinque nuovi giocatori di cui quattro con il profilo di giovani prospetti ad "alto potenziale" e rinunciando in partenza al secondo visto straniero.

Il piano è di far crescere il gruppo alla distanza iniziando un nuovo ciclo.

La scommessa s'infrange sollecitamente perché gli infortuni in preparazione di Mastellari e Berti rendono subito in salita l'abbozzo di una nuova identità alla squadra che, nonostante l'impegno, non riesce ad andare nelle prime 10 gare oltre ad onorevoli sconfitte, senza riuscire a mantenere l'intensità necessaria nel corso di tutti i 40 minuti.

Quando il gruppo inizia a manifestare i primi segni di cedimento dal punto di vista della fiducia, ci mette la faccia, si assume le responsabilità per la situazione venutasi a creare e, sempre in accordo con la società, cambia rotta riuscendo a trovare i giusti correttivi anche grazie ai nuovi arrivati.

La seconda metà dell'anno si trasforma in una cavalcata entusiasmante che permette di centrare salvezza e play off, nel cui cammino il coach e il suo staff gestiscono gruppo e partite in modo esemplare, lasciando ai posteri una nuova stagione tutta da ricordare.

La lode è per l'assunzione di responsabilità senza giri di parole, mettendoci la faccia.

MAREA GIALLA 10 e LODE

Alla fine non poteva mancare la valutazione anche del sesto uomo, che a Cividale vale spesso anche settimo od ottavo.

Il pubblico che frequenta assiduamente e con grande partecipazione il palazzetto  ha conquistato ormai apprezzamenti ed estimatori in tutta Italia: in via Perusini si respira un calore balcanico unito ad una sportività anglosassone e una correttezza nordica.

Modalità che vengono poi esportate in tutte le arene dove il tifo gialloblù ha seguito la propria squadra in trasferta, meritandosi il riconoscimento di civiltà anche dalla società bolognese della Fortitudo.

La compostezza con cui è stato vissuto il periodo nero, che ha permesso una gestione ottimale della crisi da parte di società, tecnico e giocatori, vale ampiamente la lode.

Un patrimonio di passione genuina e spontanea, da conservare, e di cui la società del Presidente Micalich è ben consapevole di avere "tra le mani". 


  


   




domenica 12 maggio 2024

ANCHE NEL 2024 TERMINA SUL FERRO LA STAGIONE DI UNA CIVIDALE MAI DOMA

A meno di 48 ore dall’impresa che ha permesso ai ragazzi di Pillastrini di allungare la serie, la Gesteco era chiamata a scalare ancora una volta la “montagna” fatta di muscoli, fisicità e talento diffuso della squadra canturina, obbligata a spendere tutto il proprio weekend in Friuli invece di essere già in Brianza a preparare, come programmato, la semifinale che vedrà opposta la vincente di questo quarto contro la già promossa OWW Udine.

In tutto l’ambiente gialloblù, a poche ore dall’inizio di gara 4, l’interrogativo era quello di capire se i propri beniamini avessero esaurito tutte le energie disponibili nella spettacolare rimonta nel finale di gara 3, dove avevano ribaltato il + 6 di Cantù con un sontuoso parziale di 15-2, oppure disponessero ancora della forza fisica e mentale necessaria per costringere gli avversari a sobbarcarsi, pur sul terreno amico, i rischi di gara 5, la partita senza un domani.

La risposta del campo è stata che le Eagles di “birra” ne avevano ancora tanta e hanno concesso il lasciapassare ai canturini solo al suono dell’ultima sirena, dopo un match combattutissimo in cui gli ospiti hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione dei ducali, beneficiando di una prestazione all’altezza della sua fama da parte di Moraschini e del volere degli Dei del Basket all’ultimo respiro.

Pillastrini in partenza ripropone Rota, Redivo, Marangon, Dell’Agnello e Miani mentre Cagnardi risponde con i collaudati Hickey, Bucarelli, Nikolic, Baldi Rossi e Young in un ambiente elettrico che assiste ad un avvio all’insegna del perfetto equilibrio e il punteggio sul 7-6 dopo una tripla di Redivo a a 6’17” e Cividale subito a difendere a tutto campo ed entrambe le contendenti che litigano con il canestro; il tabellone segna 10-11 a 2’35” dopo un’altra tripla del Sindaco ed i due coach che rimescolano i quintetti e Cantù prova l’allungo portandosi sul + 6 (10-16), con il tempo che si chiude 15-19 perché Cividale ribatte nell’ultimo minuto della frazione. Si riparte e gli ospiti pigiano sull’acceleratore e vanno sul + 8 (15-23) a 8’05”  e poi sul + 10 (18-28) anche grazie ad un metro arbitrale che agevola la difesa canturina ma la Gesteco non sbanda e con 4 punti consecutivi di Dell’Agello nel pitturato costringe Cagnardi a richiamare i suoi per un time out sul 22-28 a 4’55” dall’intervallo lungo; i suoi ripartono ancora di slancio e tornano sul + 9 (24-33) ma non riescono nell’intento di scappare via perché il cuore gialloblù batte ancora forte e in un amen i ducali tornano a – 4 (29-33) a 1’01”, fallendo poi il possesso del meno – 1, con gli ospiti abili e fortunati ad infilare rocambolescamente il 29-35 sulla sirena. La seconda parte del match si apre con Redivo che piazza la tripla del 32-35 subito però imitato da Young a stretto giro e poi inizia un botta e risposta dall’arco dove l’americano di Cantù spara a raffica e Gabriele Miani lo segue ed il tabellone sul 40-41 a 5’25 e Cividale con il possesso del possibile vantaggio che si tramuta nel pareggio con un uno su due di capitan Rota dalla lunetta (41-41); quando Cagnardi chiama ancora minuto dopo una palla persa dei suoi a 4’50”, il palazzo è una bolgia assordante e Rota replica prima con due liberi a segno per il 43-41 e poi con la tripla del 46-44. Cantù però vuole assolutamente evitare gara 5 e ci mette un attimo a rimettersi in parità con due liberi di Burns (46-46) a 3’15” dalla penultima sirena, a cui poi si arriva sul 51-55 perché i brianzoli sfruttano un gioco da 3 punti di Moraschini e fallisce l’ultimo tentativo dall’arco di Cividale.

L’ultimo periodo si avvia continuando il copione visto, con Cantù che cerca sempre l’allungo sfruttando il tiro dall’arco di Moraschini e Cividale che resiste con azioni manovrate e il tabellone che segna 60-63 a 6’40” dopo una tripla di uno scatenato capitan Rota, alla sua miglior performance stagionale; due falli tecnici fischiati di seguito a carico dei ducali mandano Cantù sul 60-65 a 5’50” e il match si avvia al finale in un clima di battaglia con il punteggio di   63-68 a 3’09” dopo l’uno su due dalla lunetta di Hickey; Redivo impatta il 68-68 a 2’10” con una tripla delle sue che sfrutta un recupero di Dell’Agnello e poi il 70-70 a 1’48” con due liberi, mentre l’ultimo minuto che ne segue è da infarto: Cantù gestisce il possesso a 31” dalla fine e il tabellone sul 72-73. Hickey sbaglia la tripla ma sul rimbalzo la mischia premia Cantù per la regola del possesso alternato a 5” e così mantiene il pallone tra le mani; Dell’Agnello manda Baldi Rossi in lunetta a 4” ed il capitano ospite realizza solo un punto (72-74) dando così alle Aquile il possesso del possibile miracolo che però non si realizza perché il ferro respinge sia la tripla di Redivo che il tentativo di tap-in di Marangon sulla sirena, Alla fine grandi applausi per tutti in un clima di grande festa e sportività.

 

UEB GESTECO CIVIDALE – ACQUA SAN BERNARDO CANTU’ 72-74

(15-19, 29-35, 51-55)

 UEB GESTECO CIVIDALE

Marangon 5, Balladino n.e., Redivo 17, Miani 14, Mastellari, Rota (k) 17, Campani, Pittioni n.e., Begni n.e., Berti 3, Isotta 3, Dell’Agnello 13.

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini

Tiri liberi 16/18, Tiri da due 13/30, Tiri da tre 10/26, Rimbalzi 31 (25 dif. 6 off.).

ACQUA SAN BERNARDO CANTU’

Baldi Rossi 4, Berdini, Nikolic 12, Nwohuocha n.e., Tarallo n.e., Bucarelli 2, Hickey 10, Burns 8, Moraschini 25, Young 13, Cesana.

Allenatore: Devis Cagnardi

Vice: Mattia Costacurta e Tommaso Sacchetti

Tiri liberi 14/18, Tiri da due 15/37, Tiri da tre 10/24, Rimbalzi 40 (27 dif. 13 off.)

 Arbitri: Enrico Boscolo di Venezia, Andrea Masi di Firenze, Andrea Coraggio di Roma

Spettatori 2.700 circa

 

venerdì 10 maggio 2024

CIVIDALE NON SI ARRENDE E ASPETTA CANTU' PER GARA 4

Per evitare di far scorrere i titoli di coda alla sua seconda e ancora memorabile stagione, la Gesteco era chiamata davvero ad un’impresa fuori dall’ordinario per accorciare le distanze e portare gli avversari domenica a gara 4, al cospetto di una Cantù che nei primi due match nel caldo parquet di Desio ha fatto subito la voce grossa, sciorinando intensità e aggressività difensiva unita al talento realizzativo delle sue tante “bocche da fuoco” dall’arco che non hanno lasciato scampo ai ragazzi di Stefano Pillastrini.

Compito tutto in salita per le Aquile gialloblù, non solo per la forza e il blasone di un Team arrivato tirato “a lucido” ai play-off per centrare il suo obiettivo stagionale di risalita nell’Olimpo della massima serie, ma anche per dover rinunciare a Doron Lamb, punito dalla giustizia sportiva con due giornate di squalifica a seguito del turbolento post partita di gara 2.

A cercare di compensare il gap, la Gesteco ha potuto contare su di un palazzo vestito con la livrea gialla delle migliori occasioni e desideroso di spingere i propri beniamini per tenere in vita la serie e ritrovarli domenica per un’altra serata insieme, con una tifoseria premiata nel prepartita dalla Civibank per i valori etici di correttezza, sportività e aggregazione dimostrati in questi anni.

Cividale compie l’impresa alla fine di una gara giocata al calor bianco a dimostrazione che la squadra di Pillastrini davvero sembra esaltarsi e dare il meglio quando le condizioni di partenza appaiono proibitive, in un clima di grande partecipazione e passione sportiva.

In un clima di grande entusiasmo si parte quindi con Rota, Redivo, Marangon,  Dell’Agnello e Miani per Cividale, mentre per i brianzoli coach Cagnardi propone Hickey, Bucarelli, Nikolic, Baldi Rossi e Young; i ducali partono di slancio sul 5-0 con una penetrazione di Redivo e una tripla di Rota e Cantù con pazienza e circolazione della palla  pronta ad impattare il 5-5 a 6’30” e poi a portarsi avanti 5-8 con un gioco da tre punti di Nikolic, in un match che fila via in grande equilibrio ed intensità, con il punteggio sul 11-10 a 4’20” dopo una schiacciata di Marangon ben servito da Redivo e la frazione che si chiude poi 16-16 perché Moraschini impatta sulla sirena con una tripla il vantaggio di tre lunghezze conquistato da Mastellari dalla lunetta nella fase finale. Al rientro in campo Cantù piazza subito un parziale di 0-7 (16-23)  e tenta di scrollarsi di dosso i gialloblù di casa, ma Redivo (tripla) e Campani sottomisura rimettono Cividale in scia (21-23) e la gara continua in equilibrio con le rispettive difese a dettare il gioco, con il punteggio sul 23-25 a metà periodo e poi 30-30 a 1’58” dall’intervallo lungo a cui si arriva infine sul 36-34 grazie ad una tripla di capitan Rota. Si ricomincia e la “battaglia” continua su ogni possesso, con Cividale che ci crede e si porta sul + 6 (43-37) grazie ad un piazzato di Dell’Agnello a conclusione di una bella azione corale a 6’52” e che spinge coach Cagnardi a richiamare i suoi per un time-out; Cantù non vuole perdere l’occasione di chiudere subito la serie e si rimette in parità a 4’18” (47-47) mentre la Gesteco, che continua a difendere sempre con grande intensità, perde precisione al tiro, e così si arriva alla penultima sirena con il tabellone che segna 54-55. Alla ripresa del gioco i canturini a suon di triple si portano sul 58-64 a 7’40” mentre non vanno a segno i tentativi ripetuti di Mastellari e Redivo e così nonostante la grande intensità difensiva il punteggio resta inchiodato fino a 4’24”, prima che Rota accorci sul 60-64 e poi ancora sul 62-64 a 3’20” e Dell’Agnello completi l’opera sul 64-64 a 2’49” ed il tecnico ospite a chiamare time out per preparare un finale che si preannuncia vietato ai deboli di cuore in un palazzetto diventato un’autentica bolgia. Al rientro ancora Jack Dell’Agnello e una tripla siderale del Sindaco Redivo mandano in orbita Cividale a 1’45” (69-64) e subito dopo l’argentino sigilla in penetrazione il 73-66 con cui spedisce tutti a domenica sera per gara 4 in un clima da “festa grande”, a cui pare aver portato bene anche l’esibizione degli “Invicti lupi” nel pre-gara.

  UEB GESTECO CIVIDALE – ACQUA SAN BERNARDO CANTU’ 73-66

(16-16, 36-34, 54-55)

 UEB GESTECO CIVIDALE

Marangon 13, Balladino n.e., Redivo 14, Miani 14, Mastellari 5, Rota (k) 13, Campani 2, Pittioni n.e., Begni n.e., Berti, Isotta, Dell’Agnello 12.

Allenatore: Stefano Pillastrini

Vice: Federico Vecchi e Alessandro Zamparini

Tiri liberi 8/12, Tiri da due 19/29, Tiri da tre 9/29, Rimbalzi 40 (31 dif. 9 off.).

ACQUA SAN BERNARDO CANTU’

Baldi Rossi 7, Berdini, Del Cadia n.e., Nikolic 13, Tarallo n.e., Bucarelli, Hickey 15, Burns 10, Moraschini 6, Young 15, Cesana.

Allenatore: Devis Cagnardi

Vice: Mattia Costacurta e Tommaso Sacchetti

Tiri liberi 5/9, Tiri da due 11/23, Tiri da tre 13/36, Rimbalzi 26 (21 dif. 5 off.)

 Arbitri: Giulio Giovannetti di Macerata, Marco Attard di Firenze, Fulvio Grappasonno di Chieti

Spettatori 2.700 circa

 

mercoledì 24 aprile 2024

UN ALTRO “TEMPIETTO LONGOBARDO”

 

Sono passati appena 3 anni da quando Cividale battagliava per la prima volta nella fase ad orologio della serie B assistita da una Marea… di un paio di addetti ai lavori muniti di autocertificazione che diligentemente raccontavano quello che accadeva nel vuoto assordante di un palazzetto deserto.

Pochi "fortunati" hanno il “privilegio” di ricordarselo, ancor meno sono coloro che credevano o solo  immaginavano come lo spirito che anima questo club, dal suo vertice ai  ragazzi che via via hanno vestito la maglia delle Aquile e lo staff  tecnico che li dirige, potesse essere in grado di trasformare questo posto, facendo innamorare in seguito una comunità che nel tempo ha allargato sempre più i suoi confini, coinvolgendo anche molte persone che da poco hanno scoperto che a basket non esiste il "fuorigioco" e non sono ammesse le entrate in scivolata sul portatore di palla.

Facendo tutti insieme di via Perusini un luogo in cui si respira, a detta di chi ci arriva da lontano, un clima e un’elettricità senza pari nello stivale per calore, correttezza e…voglia di far festa.

Davvero un "unicum" in un mondo, come quello contemporaneo,  invaso e definito nell'immaterialità della rete e dei social, in cui a 360 gradi sembrano in crisi irreversibile i luoghi di condivisione collettiva partecipata in presenza e compromessa la capacità delle persone a "fare squadra" ordinatamente e "pacificamente", in un'ambiente sempre più permeato dallo spirito del "noi (io) facci(o)amo quel cazzo che vogli(o)amo", in cui si strilla per il riconoscimento dei diritti solo quando premiano il proprio interesse personale, senza però voler farsi carico della responsabilità verso "l'altro" che l'esercizio di tali diritti comporta, facendo  invece "spallucce" quando sono negati a qualcuno che non rientra nella propria sfera d'interesse.

Patrimonio dunque da tutelare con cura quello  che si è creato senza il "telecomando" di nessuno in via Perusini dove una comunità ha "semplicemente" riscoperto grazie allo sport il bello, il piacere di vivere insieme e il sano orgoglio che deriva dallo spirito di appartenenza a valori condivisi.

Trattasi di altro, diversamente inestimabile, “Tempietto Longobardo”.


lunedì 22 aprile 2024

L'OROLOGIO HA SCANDITO LE DIECI. ADESSO SI SALE SUL TRENO PLAY-OFF

 

Ieri si è conclusa la regular season del campionato di serie A2 2023/24 con lo scoccare dell'ultimo turno della fase ad "orologio" che ha fatto incrociare le squadre dei due gironi rosso e verde e determinato la classifica finale degli stessi per la fase finale della stagione; da domenica 5 maggio quindi si aprirà la post season che sancirà le due promozioni nel "paradiso" della massima serie con i play-off e le rimanenti 4 retrocessioni nell' "inferno" della serie B nazionale, insieme ad Orzinuovi e Casale Monferrato che, piazzandosi all'ultimo posto dei rispettivi gruppi, hanno già salutato la serie A2.

"Orologio" che ha fatto discutere molti sulla sua opportunità, visto l'andamento non proprio "svizzero" delle sue lancette per diverse compagini che, vuoi alcune perché già con la pancia piena" di obiettivi stagionali già raggiunti e altre per supposti calcoli di convenienza circa accoppiamenti più o meno desiderati in divenire nella post-season, mentre hanno fatto la gioia di altre come Cividale e Rimini che si sono rese protagoniste di due scalate notevoli, mutando faccia al loro campionato.

Record di 10 vittorie su 10 per le Aquile ducali e score di 9 su 10 per i romagnoli, risultati difficilmente pronosticabili e che hanno portato i rispettivi club al settimo e sesto posto finale, dopo che avevano terminato la prima fase con l'acqua alla alla gola i friulani  - terz'ultimi a 14 punti e in piena zona play-out - e appena due punti sopra i riminesi invischiati anch'essi nella bagarre di coda.

Comunque sia la formula "cervellotica" andrà in pensione, perché dalla prossima stagione il format sarà quello di un girone unico nazionale con 20 squadre a darsi battaglia; prima di salutarla definitivamente resta sotto gli occhi di tutti la diversa competitività dei due gironi e suona stonato il verdetto finale in cui l'ottava del girone verde - Vigevano - con 22 punti disputerà i play-off, mentre Cento  - con 30 punti nona del girone rosso - dovrà giocarsi ben 10 partite di play-out per certificare la salvezza, che a quanto è lecito prevedere lascerà in lotta Nardò con una miracolosa Chiusi, rispettivamente con 24 e 20 punti per conquistare il secondo posto che vale la conferma in A2, mentre lascerà poco altro che il ruolo di sparring partner alle tre squadre del girone verde - Luiss Roma (18 punti), Agrigento e Latina (16 punti). 

Agli uomini di Stefano Pillastrini ora il tabellone prevede l'incrocio contro Cantù, con il fattore campo a favore dei lombardi - secondi del loro girone ma strapazzati la vigilia di Pasqua in via Perusini dalle Aquile Gialloblù; la sfida è sicuramente tutta in salita per Cividale se non altro per la necessità di dover violare almeno una volta il palazzetto canturino - si gioca a Desio - che rappresenta uno dei fortini più "caldi" ed ostici per gli avversari, al cospetto di una società ricca di antico blasone che l'attuale dirigenza vuole rinverdire risalendo al piano nobile.

I play-off rappresentano da sempre un "torneo" a sé stante dove le indicazioni maturate nella stagione regolare spesso perdono di significato, con l'esplosione a sorpresa di outsider oppure con la rinascita di roster importanti che avevano "dormito" e che si accendono proprio in vista delle partite da "dentro o fuori" che in un mese regalano la promozione.

Cosa aspettarsi dunque adesso da Cividale, ora che l'obiettivo stagionale della salvezza è stato raggiunto ed in più con l'accumulo di un nuovo prestigioso record e di entusiasmo sulle rive del Natisone? Una gita celebrativa in Brianza con la  "pancia piena" e il piede che molla l'acceleratore  dopo due mesi di corsa a tutto gas, poi tutti in ferie a godersi il meritato riposo?

Oppure una sfida giocata senza risparmio, con il coltello tra i denti sorretta da quella voglia di stupire ribaltando i pronostici che sembra far parte del DNA del club del Presidente Micalich?

Chi conosce Stefano Pillastrini sà bene che lui è "animale da Play-off" e si diverte solo quando prova vincere tutte le partite - spesso riuscendoci - ed in più  la circostanza che un eventuale scalpo dei blasonati canturini vorrebbe dire regalare alla Marea Gialla e a tutto l'ambiente friulano con ogni probabilità un derby con Udine in semifinale, può rappresentare ulteriore benzina nel motore della sua squadra per fare una nuova impresa sportiva.

Per cui è ragionevole attendersi che Cantù, il passaggio del turno, se lo dovrà sudare partita dopo partita.

Per le Eagleas non è arrivato ancora il momento di festeggiare tra canti e balli, come ormai tradizione da tre anni a questa parte, l'ennesima stagione da ricordare. Comunque vada. 

E che dire delle altre due regionali?

Udine arriva nel tabellone desiderato - quello dove non c'è Trapani - e incrocia un avversario non proprio irresistibile  - la Juvi Cremona sesta nel girone verde con 28 punti e ben 8 sconfitte su 10 nella fase ad orologio mentre Trieste con uno scatto di reni a Rieti nell'ultimo turno conserva il quinti posto e sfiderà Torino in fase calante ma con il fattore campo a favore dei piemontesi.

Per gli ambiziosi friulani ora che il cammino è sul sentiero desiderato il focus sarà quello di recuperare fisicamente i suoi acciaccati uomini chiave Clark e Caroti e ritrovare mentalmente lo spirito di gruppo che fino a qualche settimana fa li ha fatti disputare una stagione da protagonisti, prima di incassare sconfitte in serie nella chiusura della regular season.

Trieste invece appare una scheggia impazzita sulla quale è meglio astenersi da qualsiasi previsione: il rischio di sbagliare è vicino all'unità sia per chi pronostica un'immediata ed incolore uscita di scena sia per chi giura invece che il suo indiscutibile talento diffuso e le sue individualità sapranno mettersi in equilibrio solo adesso che il giuoco "si fa duro".

E i duri iniziano a giocare.

   

   

   

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